TI CONSIGLIAMO

Spunti di riflessione

INTERVISTE e PODCAST

  • Un podcast della Dott.ssa Vanzetta dal titolo “Adolescenza, Social Media, e Disturbi Alimentari”, rivolto a tutti i genitori.
  • Esaustiva intervista alla Dott.ssa Laura della Ragione, in occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla 2023 dal titolo ” Disturbi del comportamento alimentare: quali sono i più diffusi, come riconoscerli e intervenire”
  • Una intervista al direttore del Centro DCA Portogruaro, dr. Pierandrea Salvo, ed alla psicologo , dr.ssa Baldissera, responsabile della Casa delle Farfalle.

    Rincuorante esempio a dimostrazione che la rete per la cura dei Disturbi Alimentari nel servizio pubblico non è utopia. Si può fare!

LIBRI

  • Social Fame, Libro di Laura Dalla Ragione e Raffaela Vanzetta

Ogni giorno milioni di immagini riguardanti l’alimentazione vengono condivise sui social, per alcune persone può essere un gioco, un modo per vivere la convivialità, per altri, come i foodblogger, un lavoro. Ma per molte persone con disturbi alimentari tutto ciò può diventare un’ossessione. Il volume indaga la fragilità tipica dell’adolescenza, facile preda di questo continuo bisogno di essere ammirati, costi quel che costi, con l’obiettivo di comprendere che bisogna educare i giovani a diventare ciò che sono realmente, non facendoli sentire mendicanti di parole ma signori del linguaggio.

Un padre e un figlio, dentro una stanza. L’uno di fronte all’altro, come mai sono stati. Ciascuno lo specchio dell’altro. Loro due, insieme, in un reparto di neuropsichiatria infantile. Ci sono altri genitori, in quel reparto, altri figli. Adolescenti che rifiutano il cibo o che si fanno del male, che vivono l’estenuante fatica di crescere, dentro famiglie incapaci di dare un nome al loro tormento. E madri e padri spaesati, che condividono la stessa ferita, l’intollerabile sensazione di non essere piú all’altezza del proprio compito. Con la voce calda, intima, di un padre smarrito, Matteo Bussola fotografa l’istante spaventoso in cui genitori e figli smettono di riconoscersi, e parlarsi diventa impossibile. Attraverso un pugno di personaggi strazianti e bellissimi, ci ricorda che ogni essere umano è un mistero, anche quando siamo noi ad averlo generato.

Erzegovesi affronta il tema dei disturbi alimentari, paragonandoli a una scalata in montagna, un percorso difficile e pieno di ostacoli. Riconoscendo che anoressia, bulimia, binge-eating e obesità richiedono più della sola forza di volontà, Erzegovesi propone una strategia complessa basata su amore, pazienza e scelte alimentari consapevoli. Il testo guida chi soffre e i loro cari, partendo dai pensieri ossessivi fino alla gestione del cibo, con ricette pensate per trasformare la tavola da campo di battaglia a uno spazio di guarigione. Gli ingredienti fondamentali sono tre: la libertà di scegliere cosa mangiare, la curiosità di provare (o riprovare) certi sapori e soprattutto la potenza curativa delle relazioni.

Questo lavoro porta il lettore nella realtà dei disturbi alimentari e propone un modello di cura che vuole coinvolgere non solo chi ne è afflitto ma anche le rispettive famiglie. Quest’ultime, insieme alle persone affette dal disturbo alimentare, sono accolte in uno spazio di calore e di accompagnamento alla cura e diventano parte integrante del processo terapeutico, in cui i nuclei familiari che si trovano più avanti nel percorso aiutano quelli appena arrivati in un’unione di intenti che si rivela sempre efficace. L’innovazione di questo tipo di cura risiede nella scoperta del fattore collettivo, che si dimostra determinante per la sua efficacia.

«A cominciare dal titolo, Marta Scoppetta fa sue tutte le domande delle fanciulle e di chi si ostina a lottare al loro fianco, e si muove con la lucidità del medico, ma allo stesso tempo con l’umanità di chi, per prima, non smette di essere la persona che è. Una persona luminosa, ostinatamente decisa ad aiutare chi è in difficoltà, ma pronta anche a mettere in gioco i suoi dubbi, le sue impotenze. Le sue fragilità. Per dimostrare a chi scopre di averle che… pensa un po’? Ce le abbiamo tutti. E se le accettiamo possono risultare una parte integrante del prezioso, unico chiaroscuro che ognuno di noi è. Grazie anche alle illustrazioni e al tocco soave di Elisa Mene, questo libro non è solo un’indagine approfondita di uno dei più diffusi e gravi disturbi (e sintomi) della nostra complessa, violenta società. Ma è soprattutto un invito perché le fanciulle e le loro famiglie si concentrino su quanto di meraviglioso continua a esistere e a resistere ai bordi del disturbo alimentare. Cioè sull’identità di ogni fanciulla, di ogni genitore. Dopo aver condiviso con noi tante domande, Marta Scoppetta si prende la responsabilità di lasciarci almeno due consapevolezze. La vita è la nostra sfida più impervia, ci assale e ci spaventa. Ma è a nostra disposizione per nutrirci. Lasciamola fare. Avrà sempre e comunque più fantasia di noi.» (Dalla Prefazione di Chiara Gamberale)

Michela Marzano, filosofa e scrittrice affermata, ripercorre la sua vita segnata dal “dovere”, che l’ha portata a eccellere ma anche a controllare tutto, compreso il proprio corpo. Diagnosticata anoressica poco più che ventenne, affronta un lungo percorso interiore verso l’accettazione di sé. Comprende che l’anoressia non è una battaglia da vincere, ma un sintomo che rivela sofferenze profonde. Ora, a quarant’anni, racconta la sua storia, trovando nella condivisione una necessità per affrontare il dolore che, pur non svanendo del tutto, le ha insegnato a vivere.

Il primo romanzo di Chiara Gamberale racconta la storia di Chiara, una giovane che attraversa un’adolescenza inizialmente spensierata, poi segnata dalla malattia dell’anoressia e bulimia. Per ritrovare sé stessa, Chiara impara a non fissarsi sul proprio dolore, ma a concentrarsi sui legami con le persone attorno a lei, come amici, insegnanti e il suo cane Jonathan. Attraverso la scrittura e le relazioni, scopre che la sua essenza non si esaurisce nel dolore. La narrazione, delicata e profonda, riflette la fatica di vivere, ma anche il valore che ogni storia porta con sé.

Se per te l’amore è quello che manca e non quello che resta; se sei capace di mangiare otto gelati Cucciolone così velocemente da non riuscire nemmeno a leggere le barzellette disegnate sopra il biscotto; se nella vita non sei un fuoriclasse ma un fuoricoda, se per staccare col mondo hai bisogno di ipnotizzarti davanti alla Prova del Cuoco; se conosci a memoria la canzone de “Il gatto puzzolone”; se tra tutto quello che hai nel tuo armadio scegli sempre lo stesso pantalone da almeno cinque anni; se sei un maniaco dell’igiene specialmente di quella del bagno. Se dentro di te c’è Lei; se trovi che Elettra sia un bel nome a cui dare la colpa di tutto, se ogni tanto hai la testa abitata da una scimmietta che suona piattini o da criceti che girano nella ruota e soprattutto… se anche la tua pancia pensa, piange, ama più della testa e del cuore, allora… questa è anche la tua storia…

Ciò che intendiamo con la comune dizione “disturbi alimentari” si riferisce a un gruppo di patologie che vengono descritte nella quinta edizione del Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali (DSM5) all’interno della categoria dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. I disturbi descritti all’interno di questa categoria (alcuni noti, altri meno conosciuti) sono un universo variegato, hanno punti in comune ma anche rilevanti differenze. I disturbi alimentari hanno anche molti punti di contatto con comportamenti abituali che possono essere discutibili ma non sono considerati patologici. Questo spesso induce confusione e talvolta ne ritarda il riconoscimento precoce, così cruciale per un buon esito dei trattamenti. La domanda “quali comportamenti alimentari sono da considerare patologici e quali no?” non permette facili risposte. In generale possiamo dire che un comportamento, atteggiamento o pensiero è patologico quando è con-seguente a una limitazione della libera scelta della persona. Un altro criterio riguarda la qualità della vita: definiamo patologico ogni atteggiamento cui consegue un impoverimento sul piano della salute, della vita di relazione, degli interessi culturali e dei progetti di vita. Spesso questo declino avviene lentamente e talvolta senza essere avvertito. Gian Luigi Luxardi è psicologo psicoterapeuta. Dirigente Psicologo in regime di non esclusività presso Centro per i Disturbi Alimentari ASFO Pordenone e libero professionista presso il proprio studio di psicoterapia a Pordenone.

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Voci da seguire

PROFILI

ASSOCIAZIONI e REALTA’ DI SENSIBILIZZAZIONE

  • Consulta Noi: associazione di 2° livello senza fini di lucro composta da Associazioni di Familiari,  con l’obiettivo di mettere in rete e dar voce a TUTTE le Associazioni di familiari che si occupano di DCA per far sì che assumano un peso maggiore a livello non solo locale ma anche nazionale.
  • Animenta: non profit che ha l’obiettivo di raccontare per sensibilizzare. “Animenta ti fa vedere la realtà attraverso gli occhi di chi mangia il cibo con la mente.”
  • Il Bucaneve ODV: associazione di ascolto, accoglienza ed indirizzamento alla terapia dei disturbi del comportamento alimentare con base in Umbria. Sui loro canali social potete trovare diversi corsi di formazione e registrazioni dei webinar precedentemente svolti da: Maria Grazia Giannini- Presidente dell’Associazione; Stefania Lanaro – Fisioterapista – Psicomotricista e Psicologa; Claudia Andrea Maria Nembri – Psicologa Clinica e altre/i collaboratrici/collaboratori.
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