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In punta di cuore e Asd Rivarolo Canavese Volley di nuovo insieme anche per la stagione 2017/2018

Anche per la stagione sportiva 2017/2018 la Asd Rivarolo Canavese Volley sosterrà in forma gratuita l´associazione ” IN PUNTA DI CUORE ” , promuovendo sulle proprie divise gara di tutte le squadre (da Serie B2 ad U12F) e sulle T.shirt che consegneranno in occasione del torneo R.Lodico , il logo ” IN PUNTA DI CUORE”.

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15 Marzo 2017: VI Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla

Per il 15 Marzo 2017 VI Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla Il Centro DCA ASL TO4 propone:

PAROLE PER L’ANIMA

In occasione della giornata Nazionale per la lotta contro i Disturbi del comportamento Alimentare il nostro Centro apre le sue porte dalle 8,00 alle 20,00 in via straordinaria.
Gli operatori saranno disponibili ad incontrare e accogliere chi frequenta il Centro, i loro amici e i loro strumenti musicali ma anche chi è interessato a questa realtà.
Per tutta la giornata le attività del Centro saranno accompagnate da letture, poesie e musiche.

Qui di seguito il programma delle varie attività nel corso della Giornata:
Ore 9 – 12: Banchetto informativo presso Ospedale di Lanzo Torinese
Ore 15 – 19: Banchetto informativo a Torino, sotto la Mole, via Montebello
Ore 16: Flash Mob sotto la Mole, in via Montebello
Ore 17: Lancio palloncini
Dalle Ore 19: Proiezione del Fiocco Lilla sulla Mole

Vi aspettiamo!

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18 febbraio 2017 – Convegno sui DCA ad Avellino

Il 18 febbraio 2017 ad Avellino, organizzato dalla Cooperativa Sociale Onlus Effatà Apriti, si terrà un Convegno dal titolo

” Consult@noi ad Avellino – Disturbi del Comportamento Alimentare:  individuazione, formazione e indagini nel territorio Regionale Campano”.

Clicca qui per scaricare il programma completo del Convegno.

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27 gennaio 2017 – Riparte il ciclo di incontri “Genitori Insieme” presso le Aule didattiche dell’Ospedale di Lanzo Torinese.

Riparte il ciclo di incontri “Genitori Insieme” presso le Aule didattiche dell’Ospedale di Lanzo Torinese.

Anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata: le famiglie si incontrano per trovare le risposte.

Un venerdì al mese, da gennaio a giugno, dalle 17,30 alle 19 presso le Aule didattiche dell’Ospedale di Lanzo Torinese, si svolgeranno incontri gratuiti rivolti ai genitori sul tema dei disturbi del comportamento alimentare (DCA) – anoressia, bulimia, alimentazione incontrollata – per trovare insieme le risposte.
Gli incontri sono organizzati dal Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare dell’ASL TO4 in collaborazione con l’Associazione In Punta di Cuore e sono condotti dal Responsabile del Centro stesso, dottoressa Mari Ela Panzeca.
Ecco il programma:

  • 27 gennaio: Il disorientamento (la scoperta di un DCA in famiglia, ma anche un DCA che persiste nel tempo);
  • 17 febbraio: La presenza e la parola nella famiglia (Il senso del limite, imparare a lasciare andare. La famiglia al servizio dei talenti e delle inclinazioni dei figli);
  • 17 marzo: Il ruolo dei genitori (Genitori amici, genitori terapeuti, quale l’identità dei genitori?);
  • 21 aprile: Aiutare noi stessi per aiutare i nostri figli (Figli reali, figli sognati, “progetti che diventano destini”);
  • 19 maggio: La cura e i curanti nell’immaginario delle famiglie;
  • 16 giugno: Il valore dell’incontro (Ritrovarsi nelle parole dell’altro: il primo ponte tra l’individuo nella sofferenza e la cura).

Per informazioni: cellulare 370 3310793; e-mail: info@inpuntadicuore.it 

Clicca qui per scaricare il programma degli incontri in pdf.

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Comunicato Stampa – Presentata oggi la neonata Associazione “In punta di Cuore”.

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Presentata oggi la neonata Associazione “In punta di Cuore”.

Ospedale di Lanzo: presentata oggi la neonata Associazione “In Punta di Cuore”, collegata al Centro per i Disturbi del Comportamento Alimentare dell’ASL TO4

Questa mattina, martedì 22 settembre, presso l’Ospedale di Lanzo, sede del Centro per i
Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) dell’ASL TO4, a un anno esatto dall’apertura
del Centro, è stata presentata la neonata Associazione “In Punta di Cuore”.

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SIPA – Società Italiana di Psicopatologia dell’Alimentazione

La Società italiana di Psicopatologia dell’Alimentazione si è costituita nel 2011 con lo scopo di raccogliere gli studiosi e i professionisti di diverse discipline che hanno un interesse clinico e di ricerca nel campo della psicopatologia dei disturbi dell’alimentazione: anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata.

Scopri di più.

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Modelle ritoccate, verità per legge: l’ultima sfida all’anoressia

La Francia vara una normativa che impone alle modelle non solo di presentare un certificato medico per sfilare, ma anche di segnalare a lettrici e lettori eventuali ritocchi subiti dalle immagini presenti nelle riviste di moda o nella pubblicità.

IN FRANCIA, le modelle “eccessivamente magre” non potranno più sfilare. Lo ha deciso il Parlamento, dando il via libera a una legge finalizzata a contrastare il fenomeno dell’anoressia che, proprio in questi ultimi anni, ha coinvolto tra le trentamila e le quarantamila persone.

In pratica, tra loro, quasi il 90% sono donne. Un vero e proprio flagello, quindi. Che ha spinto il legislatore a mettere un po’ d’ordine nel mondo della moda e delle immagini. Non si tratta più solo di costringere le modelle a esibire un certificato medico che ne attesti lo stato di salute, ma anche di segnalare alle lettrici e ai lettori gli eventuali ritocchi subiti dalle immagini presenti nelle riviste di moda o nelle pubblicità. Una maniera come un’altra per scongiurare l’ossessione del “corpo perfetto” che spinge un numero sempre più elevato di ragazze e di donne a entrare nel circolo vizioso delle diete senza fine. Ma soprattutto un modo per ricordare l’esistenza del reale e delle sue contraddizioni, ciò che Freud aveva chiamato il “principio di realtà”.

Nel mondo reale, il corpo ha sempre un “peso” e non è mai “perfetto” o “immateriale”. Resiste al controllo e non accetta di sottomettersi alle regole. “C’è, c’è e c’è”, come scriveva la grande poetessa polacca Wislawa Szymborska. E anche quando si cerca di contenerlo e di assoggettarlo, finisce sempre con l’imporre la propria materialità. Inutile allora mentire. Inutile soprattutto spingere le donne a illudersi che, a forza di colpi di volontà, potranno un giorno assomigliare a quelle immagini ritoccate al computer che allargano o assottigliano a piacimento la silhouette delle modelle. Anche perché poi, per chi ci crede veramente, il meccanismo diventa infernale, e talvolta termina in tragedia.

Certo, sono tantissime le ragazze e le donne disposte a sacrificarsi per corrispondere alle aspettative altrui e agli ideali di bellezza e di magrezza sponsorizzati da una certa moda. Sono tantissime a convincersi che “basta volere per potere” e che, una volta raggiunta la perfezione, saranno anche capaci di ottenere quell’affetto e quelle attenzioni che, forse, non hanno mai ricevuto prima. Ma a che serve sforzarsi e sacrificarsi quando l’obiettivo da raggiungere è solo una bugia? Proprio come recitano le parole della musica della serie televisiva Nip/Tuck: “Fammi bella, fammi un’anima perfetta, una mente perfetta, un volto perfetto, una perfetta bugia”. Perfette bugie che diventano prigioni, “gabbie d’oro” come diceva la psicanalista Hilde Bruch che ha tanto scritto sui disturbi del comportamento alimentare, e che impediscono non solo di sbagliare con la propria testa, ma anche e soprattutto di vivere.

Si guardano le immagini e si sogna. Ci si identifica con quei “corpi senza peso” nella speranza di vivere libere dagli ostacoli e per sempre felici. Come se la gioia coincidesse con la perfezione, mentre è sempre e solo l’imperfezione che permette ad ognuno di noi di essere riconosciuto per quello che è, unico e mai intercambiabile. Tanto più che a forza di far di tutto per corrispondere all’ideale, si finisce col non sapere nemmeno più quello che si desidera veramente. E talvolta è proprio quando ci si prepara a raccogliere i frutti del proprio impegno che si frana sotto il peso della disperazione. L’anoressia, in fondo, è proprio questo: cancellare l’essere in nome del dover essere; e illudersi che prima o poi, a forza di dovere, si riuscirà anche a conquistare il diritto di essere.

Certo, è lecito chiedersi se basti vietare alle modelle troppo magre di sfilare o apporre la dicitura “ritoccate” alle immagini di moda per contrastare l’anoressia che non è solo una questione di “perfezione fisica”, ma anche e soprattutto di “perfezione morale”. Ma è sicuramente un primo passo. Almeno per ridare diritto di cittadinanza al “peso” della realtà e alle sue mille imperfezioni.

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SIRIDAP – Società Italiana di Riabilitazione Interdisciplinare Disturbi Alimentari e del Peso

SIRIDAP Onlus è la Società Italiana di Riabilitazione Interdisciplinare Disturbi Alimentari e del Peso.

Le finalità che intendiamo perseguire sono quelle prioritarie di sostenere e contribuire al miglioramento di un lavoro di riabilitazione multidisciplinare psiconutrizionale a favore delle persone con disturbi del comportamento alimentare e del peso, con particolare riferimento alla realtà istituzionale.

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L’Espresso.Repubblica.it – Anoressia, sono sempre di più i bambini che si ammalano.

I disturbi del comportamento alimentare coinvolgono fasce di ragazzi sempre più giovani: perfino sotto i dieci anni.  E spesso hanno le caratteristiche delle tossicodipendenze

Aveva dodici anni la bambina che poche settimane fa si è tolta la vita a Torino lanciandosi dal balcone di casa: soffriva di anoressia. Una notizia che sgomenta ma purtroppo rivela anche un problema sempre più diffuso. I numeri dei disturbi del comportamento alimentare parlano infatti di tre milioni e mezzo di persone, il 20 per cento sono bambini. E questi sono i dati ufficiali: poi ci sono quelli sommersi, incalcolabili.

Ogni anno si registrano 8.500 nuovi casi di malattie conosciute comunemente come anoressia, bulimia e “binge eating disorder” (disturbo da alimentazione incontrollata), caratterizzato da frequenti abbuffate compulsive con aumento del peso fino all’obesità. Derivano tutte da profondi traumi irrisolti e, quando non conducono alla morte per suicidio o arresto cardiaco, compromettono la vita con gravissimi danni all’organismo e relazionali.

Nonostante la definizione di allarme sociale, in Italia si fa ancora molta fatica ad affrontare questo argomento, spesso relegato solo all’aspetto estetico. Ecco perché Stefano Tavullia ha fondato l’associazione Mi Nutro di Vita e dal 2012 organizza la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, per sensibilizzare sui disturbi, i sintomi, i rischi e le cure possibili. Tavullia ha perso una figlia diciassettenne a causa della bulimia, ma i Dca – disturbi del comportamento alimentare – hanno iniziato a colpire con preoccupante incidenza anche i più piccoli.

«Abbiamo assistito a un repentino abbassamento dell’età di esordio dei primi sintomi. Fino a poco tempo fa, la fascia compresa tra gli 8 e i 14 anni era interessata dal 5 per cento dei casi, mentre oggi è salita al 20», spiega Laura Dalla Ragione, referente scientifico del Ministero della Salute per i Dca e direttore di Palazzo Francisci a Todi, prima realtà italiana residenziale extraospedaliera nata nel 2003 in seno all’Usl Umbria 1.

«Il numero dei bambini», continua Dalla Ragione, «è talmente elevato da aver indotto l’Istituto Superiore di Sanità ad avviare un percorso di formazione sulla diagnosi precoce per medici di base e pediatri su tutto il territorio nazionale. Sono loro i primi ad entrare in contatto con i pazienti ed è necessario che abbiano gli strumenti per riconoscerli. La risposta è stata notevole, così l’Istituto ha superato il tetto massimo previsto all’inizio e lo ha raddoppiato fino a cinquemila iscritti».

L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce nei Dca la seconda causa di morte per le adolescenti dopo gli incidenti stradali. Ma se fino a pochi anni fa i Dca erano considerati patologie solo femminili, oggi sono diffusi anche tra i maschi (10 per cento), soprattutto nelle nuove forme dell’ortoressia (ossessione da alimentazione sana) e bigoressia (ossessione per il volume muscolare).

Se però i soggetti analizzati sono bambini, molti elementi cambiano: «Tra i pazienti più piccoli, i maschi arrivano al 40 per cento dei casi. E tra i ragazzi c’è la compresenza di altre patologie psichiatriche: la bulimia nervosa ha un’incidenza importante. Nel 63 per cento dei pazienti più giovani, inoltre, l’esordio precoce si accompagna alla crescita di manifestazioni fobico-ossessive, depressione, attacchi di panico e discontrollo degli impulsi. Le patologie hanno sempre conseguenze molto gravi e forme acute. Quello della bambina che si è tolta la vita a undici anni è un episodio tragico e forse inatteso, perché i più giovani praticano spesso l’autolesionismo, mentre il rischio di suicidio di solito si affaccia solo con l’arrivo dell’adolescenza».

Nel febbraio del 2014 si è conclusa la Ricerca nazionale sui Dca adolescenziali e preadolescenziali che il ministero aveva iniziato due anni prima. Un’indagine diretta dalla psichiatra Dalla Ragione su 1.380 soggetti in età compresa tra gli 8 e i 17, con sei centri in altrettante città italiane. I risultati non sono confortanti. Hanno evidenziato che le manifestazioni precoci sostengono percentuali di osteoporosi con blocco dell’accrescimento osseo vicine al 43 per cento.

La conseguenza, si legge nella relazione finale, è che «un bambino di dieci anni con anoressia nervosa e blocco dell’accrescimento osseo non raggiungerà mai la stessa altezza che avrebbe avuto se non si fosse ammalato». Lo studio, inoltre, ha riscontrato qualità e quantità di dispercezione corporea (la mancata corrispondenza tra le immagini corporee reale e percepita) vicine al doppio di quelle presenti nei pazienti tra i 20 e i 30 anni. I riflessi, naturalmente, ricadono pure sullo stress familiare, ed è necessario fornire un sostegno psicologico anche ai parenti che accompagnano la vita del malato.

Una delle prerogative dei Dca consiste nella loro multifattorialità: sono determinati da una pluralità di variabili che scatenano i sintomi e ne influenzano il decorso. Gli approcci terapeutici sono numerosi e differiscono secondo l’orientamento. Ci sono la scuola sistemico-relazionale, quella costruttivista, psicodinamica, cognitiva e molte altre. Numerose sono pure le strutture, residenziali, ambulatoriali e di day hospital, ma troppo poche rispetto alle necessità. Tra le principali ci sono quelle fondate da Fabiola De Clercq (Aba) in sette regioni e il Centro di Terapia Strategica ad Arezzo del professore Giorgio Nardone.

Alcune strutture, soprattutto quelle del servizio pubblico, sono spesso a rischio chiusura, come quella del quartiere Soccavo a Napoli: nonostante un’utenza superiore alle 400 unità. A fornire una mappa completa di associazioni e strutture pubbliche e convenzionate sul territorio nazionale è il sito Internet www.disturbialimentarionline.it , un progetto del ministero della Salute di concerto con quello della Gioventù. Contiene un elenco diviso per regioni e le informazioni relative al numero verde di counseling telefonico 800-180969, anonimo e attivo ad orario continuato dal lunedì al venerdì.

«Le cure previste per i bambini», conclude Dalla Ragione, «si confrontano con l’impossibilità di usare psicofarmaci. Bisogna concentrarsi invece su terapie integrate di carattere familiare, nutrizionale e psicologico. Ecco perché sono importanti le residenze riabilitative in cui ospitare il paziente: ma in Italia solo cinque strutture accolgono giovani sotto i 14 anni.  La ricerca che abbiamo condotto testimonia inoltre che non esistono differenze tra Nord, Centro e Sud, sia per numeri che per caratteristiche del disturbo. Per il modo in cui agiscono, i Dca sono assimilabili a dipendenze come quelle da alcol e droga, e credo sia necessario sottolineare che la letteratura scientifica non ha mai dato cenni di remissioni spontanee della patologia, in tutte le età. Lasciarseli alle spalle e recuperare una vita serena è possibile, ma bisogna curarsi».

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